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Riordino si, ma sia per tutti

Riordino si, ma sia per tutti

Apertura reale carriere per tutti insieme a chiarezza su risorse disponibili e loro distribuzione

 

Si è tenuta ieri presso il Dipartimento la prevista riunione di aggiornamento sull’andamento degli incontri tra le Amministrazioni del Comparto sicurezza e difesa finalizzati a definire testi condivisi dalla parte pubblica sul riordino delle carriere: la delegazione dell’Amministrazione della pubblica sicurezza era guidata dal Vice Capo della Polizia – Vice Direttore generale della pubblica sicurezza per l’attività di coordinamento e di pianificazione, Prefetto Matteo Piantedosi.

Tenendo conto dell’esame del documento di lavoro che ci era stato inviato il giorno precedente preso atto di qualche passo avanti compiuto per alcuni aspetti, ma abbiamo dovuto riscontrare un vero e proprio nulla di fatto su altri, a cominciare dall’assenza di una reale apertura delle carriere dalla base, fondata anche sulla presunta impossibilità di effettuare inquadramenti che, viceversa, si intende benissimo ci saranno tra le pieghe degli aspetti sui quali il documento continua a citare sempre un “confronto in corso”….

Abbiamo quindi innanzitutto ribadito che i 480 milioni destinati ad attribuire il bonus di 80 euro al personale del Comparto che non fruisce del trattamento dirigenziale hanno una funzione perequativa destinata a sanare pregresse sperequazioni e pertanto non devono in nessun caso essere confusi con le risorse da destinarsi al riordino, mentre abbiamo ritenuto inaccettabile escludere dall’incremento parametrale la qualifica iniziale perché e noto che il bonus generale di fatto già non lo percepisce.

Ma è proprio la quantificazione in generale delle risorse – come illustrata in un documento distribuito in corso di seduta – insieme alla loro ipotetica distribuzione che desta grande inquietudine e profonde perplessità: anche escludendo i 480 milioni – e vanno esclusi! – non è stato chiarito come si giunga agli importi indicati in quel documento, del tutto incompatibili con quelli contenuti nell’art. 52 della Legge di stabilità, mentre risorse dell’area contrattuale esistente verrebbero distolte a favore di quella istituenda.

Altissimo è il rischio di creare aspettative fumose in una categoria che ha già pagato troppo le inefficienze e le scelte sbagliate di questa Amministrazione che ha lasciato inascoltati i nostri appelli a sanare i buchi neglio organici determinati da concorsi espletati con ritardi biblici – leggi: sovrintendenti ed ispettori – o addirittura mai espletati – leggi: ruolo direttivo speciale – PRIMA del riordino, al fine di sanare le sperequazioni con le altre Forze e poi riordinare, ci si passi l’espressione, ad Armi pari.

Nel corso delle precedenti riunioni ci erano stati consegnati documenti analitici in cui si spiegava in dettaglio da quali norme derivavano le risorse da impiegare ed a chi sarebbero state destinate, ruolo per ruolo, qualifica per qualifica, mentre stavolta questo non è avvenuto: mai potremo dare il nostro assenso ad un’operazione dai controni fumosi ed indefiniti alla fine della quale non pochi poliziotti potrebbero trovarsi come netto in busta paga una somma inferiore a quella che percepiscono oggi!

Riassumendo: giù le mani dagli 80 euro per tutti i contrattualizzati, si apra davvero la carriera con procedure diverse dai concorsi – perché dovremmo credere che verranno espletati e bene dalla stessa Amministrazione che fino ad oggi li ha espletati male o non li ha espletati afffatto? – per tutti i ruoli e non solo per alcuni, si lascino le risorse contrattuali a chi è già contrattualizzato e si faccia chiarezza selle fonti normative da cui provengono le risorse, sul loro effettivo ammontare e sulla loro distribuzione.

Qualora ciò non avvenisse dovremo nostro malgardo farci carico di spiegare in dettaglio prima di tutto ai poliziotti, ma poi anche al Paese, come questa operazione tradisca le legittime aspettative di chi nella Polizia di Stato ogni giorno si sacrifica e rischia davvero, proprio mentre il suo trattamento economico rischia di non farlo arrivare alla fine del mese, per favorire ancora una volta gli alti gradi soprattutto militari di cui si cita capziosamente il trattamento economico teorico e non quello effettivo.

 

 

 

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