Carenze di organico, scarsa comunicazione tra le forze dell’ordine, equipaggiamenti inadeguati e una digitalizzazione del controllo del territorio ancora solo teorica: l’allarme sicurezza a Palermo è il risultato, ma non l’unica conseguenza, del progressivo arretramento nella lotta alla criminalità diffusa.
Emblematica la situazione della polizia, che ha perso 180 agenti in cinque anni, e quella della polizia municipale, dove su un organico previsto di 1.700 unità appena un centinaio di vigili è pienamente operativo, senza limitazioni fisiche o sanitarie.
Polizia in crisi a Palermo: mancano agenti e risorse, sicurezza a rischio
«L’ufficio prevenzione generale della questura, le cosiddette Volanti, ha subito una riduzione di cento effettivi negli ultimi cinque anni», denuncia Giovanni Assenzio, segretario nazionale della Uil Polizia. «Parliamo della prima linea d’intervento, quella che garantisce la sicurezza immediata e presidia il territorio — aggiunge — Sguarnirla significa aumentare la percezione di insicurezza nei cittadini. E non va dimenticato che altri ottanta investigatori sono stati tolti alla squadra mobile, la punta di diamante del settore investigativo».
In totale, Palermo ha perso 180 unità tra poliziotti e poliziotte, in una città che continua a crescere. Ai residenti, oltre 700 mila, si aggiunge ogni anno un milione di turisti. «Persone che vanno protette e che, a differenza dei palermitani, sono più esposte alla microcriminalità proprio perché non conoscono la città né i quartieri a rischio — prosegue Assenzio — Solo questo meriterebbe un aumento di personale. Invece, il commissariato Libertà, proprio davanti alla casa del presidente Mattarella, non riesce sempre a garantire una volante in strada 24 ore su 24».






