“L’Organizzazione Sindacale è libera” – Art.39, Comma 1, Cost.

Abbiamo scelto di indossare l’uniforme della Polizia di Stato per difendere i cittadini, le istituzioni, il Paese, i valori di libertà e democrazia della nostra Costituzione e con lealtà, sacrificio ed entusiasmo lo abbiamo fatto per anni.

Abbiamo scelto di impegnarci nel Sindacato per difendere quegli stessi valori all’interno della nostra Comunità da qualsiasi tentativo di comprimere i diritti e la dignità dei poliziotti per tutelare il modello civile, democratico e trasparente di sicurezza nel nostro Paese.

Con lo stesso animo e con il medesimo cuore di un ragazzo che indossa la divisa il primo giorno di servizio, ma anche con l’esperienza di chi ne ha viste tante…, ieri abbiamo partecipato ad un incontro a Palazzo Vidoni, presso il Dipartimento della Funzione pubblica per rivendicare uno dei fondamentali diritti della nostra Costituzione che il Dipartimento della P.S. ci sta colpevolmente negando di esercitare con ogni mezzo.

Il luogo in cui è avvenuto l’incontro ha peraltro un potenziale evocativo che deve essere monito a chiunque disinvoltamente metta in discussione un principio fondamentale della nostra democrazia ovvero la libertà sindacale. La dittatura fascista in Italia si perfezionò nel 1925, proprio quando in quel luogo il Governo fascista siglò il famigerato “Patto di Palazzo Vidoni” con la Confindustria relegando la rappresentanza sindacale solo ai sindacati fascisti.

Mutatis Mutandi, oggi siamo di fronte a vere e proprie prove tecniche di regime e mentre le amministrazioni militari tentano di eludere normative europee e pronunce della Corte  Costituzionale e di circoscrivere la rappresentanza sindacale a organizzazioni “bollinate” dai Comandi Generali, il Dipartimento della P.S. eludendo – anche goffamente – il confronto, non prende formalmente atto della volontà di 6200 cittadini italiani, poliziotti, lavoratori che legittimamente hanno inteso dar vita ad una Federazione Sindacale. La strategia mal celata e ormai evidente è quella di un lento stillicidio per portarci ad una lenta consunzione.

Dopo aver tentato in ogni forma di interloquire con l’Amministrazione riscontrando solo omissioni, tattiche dilatorie, assoluta mancanza di terzietà e di quella correttezza che ha sempre ispirato le Relazioni Sindacali, la Federazione SP esce ora dall’angolo ed in ogni sede, politica, giudiziaria, mediatica, si mobiliterà per contrastare quella che consideriamo una pericolosissima involuzione antidemocratica. Lo abbiamo affermato con forza presso l’ufficio Relazioni Sindacali del Dipartimento della Funzione Pubblica che ha assicurato ogni impegno per un rapido chiarimento di questa assurda vicenda.

E’ in gioco molto più che il destino della nostra Federazione, fatto che già meriterebbe una lotta senza quartiere, ma uno dei pilastri del nostro Ordinamento democratico: la libertà sindacale!

Ora mentre ci accingiamo ad una grande mobilitazione pubblica ed combattere nelle sedi legali competenti, riteniamo fondamentale salvaguardare il diritto dei nostri iscritti nelle varie realtà territoriali e le nostre strutture sindacali locali a cui l’Amministrazione tenta di sottrarre le prerogative di tutela e di inibire l’esercizio dei diritti sindacali.

Per questo stiamo sensibilizzando gli attori del panorama sindacale della Polizia di Stato, forti delle nostre ragioni, della nostra storia, della nostra credibilità e del nostro consenso, per costruire un fronte in grado di opporsi a questa deriva che oggi ha come obbiettivo l’SP, ma che mira a colpire l’esercizio delle libertà politico sindacali, il modello di organizzazione libera e plurale delle Federazioni Sindacali e che vorrebbe selezionare e scegliere a chi “concedere” i diritti di rappresentanza dei lavoratori della Polizia di Stato.

Occorre mobilitarsi a tutti i livelli su un tema che vede peraltro alcune organizzazioni sindacali che in maniera miope, danno sponda a questa derive autoritaria e liberticida immaginando di poter ottenere un becero vantaggio immediato e continuare a beneficiare di sterili rendite di posizione.

I colleghi comprendono invece che non vi possono essere dignità, diritti e libertà individuale senza le libertà declinate al plurale che la nostra Costituzione sancisce e tutela.

Il consenso e la fiducia che l’SP continua ad avere nella categoria nonostante questo violento “fuoco di fila” può far cambiare in maniera sostanziale gli equilibri del panorama sindacale della Polizia di Stato in cui vi sono uomini che all’idea di un “Padrone Giusto” preferiscono la libertà di associarsi e la forza necessaria per combattere per i propri diritti di uomini, di poliziotti, di lavoratori.

“La libertà è partecipazione” come cantava Gaber qualche anno fa, ed insieme vinceremo anche questa battaglia.

Abdicare alla libertà sindacale è una diserzione della democrazia, significherebbe tradire quel ragazzo che indossava l’uniforme per la prima volta che è ancora vivo in ognuno di noi.

Roma, 24 luglio 2019                                                                                  

  • Oronzo Cosi
  • Cesario Bortone
  • Antonino Alletto
  • Flavio Tuzi
  • Annibale Falco

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